Servizio antitaccheggio: come funziona e dove si svolge

Il servizio antitaccheggio è un servizio di vigilanza che si svolge all’interno di esercizi commerciali: per evitare rapine e furti di merce, le attività possono prevedere di ricorrere ad un sistema antitaccheggio o si possono affidare ad un servizio di vigilanza antitaccheggio. 

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Antitaccheggio come funziona

Chi svolge il servizio di vigilanza antitaccheggio? Vigilanti che lavorano per agenzie e istituti specializzati in servizi di sicurezza o dipendenti di istituti di investigazioni private (provvisti dell’apposita licenza). 

La normativa di riferimento per questa tipologia di servizi viene specificata dall’articolo 134 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza

L’addetto alla vigilanza può operare sia fisicamente presenziando sul posto o attraverso il controllo e il monitoraggio con impianti di videosorveglianza.

L’obiettivo di tale tipo di attività è quello di prevenire danneggiamenti e appropriazioni indebite. Le operazioni svolte da vigilanti rientrano in quello che viene definito antitaccheggio attivo.

Quali sono i dispositivi antitaccheggio

L’antitaccheggio si svolge soprattutto in grandi magazzini e in supermercati. Queste attività utilizzano diversi tipi di accessori antitaccheggio. I più utilizzati sono placche ed etichette installate sui prodotti da salvaguardare e le barriere posizionate agli ingressi.

Tramite sistemi magnetico-acustici o sistemi RFID, tali dispositivi emettono dei segnali e generano degli allarmi se superano le barriere antitaccheggio. Tali sistemi, invece, si disattivano quando i prodotti passano alla cassa e gli operatori degli esercizi commerciali fanno passare i prodotti su dei tappetini provvisti di disattivatori automatici; in alternativa le placche si rimuovono dai prodotti tramite appositi distaccatori.

L’utilizzo di tali dispositivi rientra nel cosiddetto antitaccheggio passivo.

Antitaccheggio sicurezza

I sistemi di antitaccheggio assicurano una certa efficacia. D’altro canto, esistono dei sistemi di neutralizzazione che schermano i sistemi: quindi, avere anche la presenza fisica di un vigilante può risultare molto più efficace.

Un vigilante esperto, ad esempio, ha la capacità di notare atteggiamenti o movimenti sospetti da parte di ladri e, di conseguenza, può intervenire evitando la fuga dei malintenzionati.

Se vuoi tenere al sicuro la tua attività e ti occorre un servizio di vigilanza antitaccheggio, rivolgiti a degli esperti del settore: Vigilanza La Torre offre servizi di sorveglianza con osservazione sia fisica sia con l’ausilio di telecamere. Contattaci subito per una consulenza gratuita. 

Servizio di vigilanza notturna: cos’è e come funziona?

Parlando del servizio di vigilanza notturna, ti sei già chiesto cos’è e come funziona? Vediamolo più nel dettaglio.

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Servizio di vigilanza notturna per enti pubblici e privati

Partiamo dall’inizio. Quando parliamo di un servizio di vigilanza notturna, ci riferiamo a un’attività svolta da professionisti di un istituto di vigilanza privata. Nel corso dell’attività, il singolo professionista (guardia notturna o “guardia giurata”) svolge il turno non armato o con armi a scopo di difesa personale.

Si tratta quindi di vigilanza notturna privata non armata, un servizio passivo il cui scopo è quello di monitorare un’area e assicurarsi che tutte le attività e gli spazi restino integri. Il team di vigilanti agirà sia come deterrente (per evitare problematiche), sia per intervenire con un sistema d’allarme concordato con il committente in caso di attacchi.

Tutti gli immobili tra cui come musei, negozi, cantieri, uffici e studi professionali possono essere tutelati da questi servizi per non lasciare spazio a intrusi e proteggere l’incolumità di persone oppure oggetti di valore (strumentazioni, merce ecc.).

Servizio di vigilanza notturna

Zone da vigilare di notte

Alcune delle aree in cui può rendersi necessaria la vigilanza notturna sono, ad esempio, quelle relative alle strutture indicate di seguito.

  • Museo

Nelle ore notturne, un museo può facilmente cadere vittima di furti. Per evitare di perdere opere di un certo valore, occorrono ispezioni con torcia. In caso di rischio, gli esperti avvertono la centrale operativa e richiedono l’intervento delle forze dell’ordine.

  • Negozio

Anche i negozi sono spesso bersaglio di furti notturni o danneggiamenti. Le guardie particolari possono effettuare un servizio di controllo sugli oggetti e sui sistemi d’allarme per evitare manomissioni.

  • Cantiere

Nei cantieri, la sicurezza notturna può evitare che avvengano atti vandalici o furti di attrezzi. In questi casi, il servizio di vigilanza consiste in una ronda notturna dell’area. I professionisti che accedono al cantiere possono anche indossare un fratino catarifrangente per essere visibili e scoraggiare intrusioni.

  • Ufficio

Sia le grandi aziende che le PMI possono subire furti o ingressi non autorizzati. La guardia giurata, in questo caso, monitorare parcheggio, uscite di sicurezza ed ingressi. Talora possono anche avere in custodia le chiavi dello stabile da sorvegliare.

  • Abitazioni residenziali

Nel caso di un complesso di abitazioni, è possibile richiedere una vigilanza h24 per garantire sicurezza diurna e notturna degli abitanti nell’abitazione da sorvegliare.

  • Centro commerciale

Anche i centri commerciali possono necessitare sorveglianza nelle ore notturne. Il servizio è volto a controllare tutti gli ingressi principali e le uscite di sicurezza. È possibile richiedere anche un servizio di guardiania h24 in caso di area a rischio o flusso di persone elevato.

L’esperienza necessaria

Per effettuare le attività di controllo e monitoraggio è fondamentale avere una squadra di professionisti di fiducia, dalla lunga esperienza. In questo modo, la professionalità dei vigilanti consente di eseguire ispezioni e controlli mantenendo la giusta lucidità e prontezza in caso di necessità.

Quali rischi si possono evitare?

In genere, un servizio di vigilanza notturna efficace può prevenire, scoraggiare e reagire tempestivamente a vari rischi e minacce. Di seguito ne abbiamo elencate alcune.

  • Vandalismo – Gli atti vandalici, che siano in forma lieve o grave, possono compromettere l’integrità di una struttura rovinandola. Ecco perché è importante scoraggiare le intromissioni.

  • Furto – I furti notturni possono causare un danno economico e d’immagine al proprietario. Per questo, è importante agire con cautela e prendere le misure di sicurezza per tempo.

  • Rischi per individui e beni – Se i criminali agiscono in un orario notturno in cui il flusso di persone è elevato, e sono armati, possono mettere a rischio la sicurezza. Il servizio di vigilanza notturna garantisce che l’area da sorvegliare possa restare sicura.

Quanto è importante il pronto intervento?

Un pronto intervento immediato, da parte di personale qualificato, è fondamentale per intervenire istantaneamente ove necessario. Per questo, ogni guardia dovrà essere dotata di strumenti tecnologici in grado di avvertire la centrale operativa e le forze dell’ordine, a prescindere dal grado di rischio.

In conclusione

Se non conoscevi il funzionamento di un servizio di vigilanza notturna, ora dovresti avere degli elementi in più per comprendere come agiscono gli Istituti di Vigilanza e come scegliere un partner della sicurezza davvero efficace.

Importante è verificare le credenziali dell’Istituto a cui ci si affida, valutare l’esperienza dei vari professionisti e guardie impiegate, e concordare in anticipo tutte le misure di sicurezza. Così, in caso di rischio, sarai sicuro di poter evitare situazioni dannose.

Se sei interessato all’argomento, e per saperne di più, visita questa pagina.

Piantonamento fisso, pattugliamento e trasporto valori

Piantonamento fisso, pattugliamento, trasporto valori: quali sono le differenze? Per chi non è del mestiere, possono apparire molto simili. È proprio così? Scopriamolo insieme.

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Tipologie di vigilanza privata

In genere, i servizi di vigilanza privata mirano a proteggere e salvaguardare beni ed enti pubblici o privati. Questo include servizi di monitoraggio e intervento su allarme, nonché pattugliamento e piantonamento. Fondamentale è poi anche il trasporto valori, che viene richiesto in casi specifici per la tutela di beni in movimento.

Il monitoraggio su allarme di cui parlavamo è molto richiesto da varie tipologie di organizzazioni e privati, dalle grandi aziende agli enti pubblici, fino ai negozi e ai cittadini. Si tratta della sorveglianza h24 e della gestione dei segnali di allarme generati da un sistema di sicurezza. Quando questo sistema non basta, però, entrano in campo altri servizi, sempre più richiesti, quali quelli di pattugliamento, piantonamento fisso e trasporto valori.

Tra i professionisti impiegati per queste operazioni ci sono le GPG – Guardie Particolari Giurate e il SOC – Security Operation Center, ovvero la centrale operativa. L’obiettivo è sempre quello di garantire la tempestività e la massima efficacia del servizio offerto.

Vediamo ora, più nel dettaglio, di cosa si tratta e, soprattutto, quali sono le differenze tra i vari servizi erogati dagli Istituti di Vigilanza.

Piantonamento fisso

Pattugliamento

Il servizio di pattugliamento (o ronda) può essere di due tipologie: notturno e diurno. In pratica, l’attività consiste nelle ispezioni effettuate all’esterno o all’interno degli immobili dei committenti. E serve a sorvegliare la loro integrità e quella dei beni in essi contenuti.

Inoltre, il pattugliamento si effettua eseguendo percorsi preordinati, effettuando un’ispezione puntuale e accurata di aree o perimetri protetti. I vigilanti armati, in questo caso, vengono ingaggiati per pattugliare le aree a rischio e prevenire i furti. Non si tratta di un’attività fissa ma dinamica, anche se relativa a un obiettivo non in movimento.

Piantonamento fisso

Il piantonamento fisso di luoghi pubblici e privati consiste, invece, nel presidiare un obiettivo in modalità stabile mediante guardie giurate armate. In questo caso, c’è la possibilità di controllare il traffico in ingresso e in uscita, comprendente pedoni e auto.

Secondo Wikipedia, in particolare, il piantonamento è:

l’attività di guardia e vigilanza effettuata tramite il presidio fisso di un obiettivo.

A questo scopo esistono postazioni e strumentazioni specifiche, oltre alle classiche videocamere di sorveglianza, che concorrono a tenere sotto controllo gli accessi verso un obiettivo non in movimento. Si tratta, in questo caso, di un’attività meno dinamica, anche se può diventarlo all’occorrenza qualora si verifichi la necessità di entrare in azione.

Trasporto valori

Infine, le grandi aziende che necessitano di trasferire contanti o beni preziosi da un luogo all’altro ricorrono spesso al servizio di trasporto valori.

Si tratta di un servizio di vigilanza privata dedicato allo spostamento e trasferimento di denaro o altri beni di valore elevato. Il trasporto avviene mediante automezzi con caratteristiche e attrezzature specifiche, guidati da guardie giurate armate.

Quest’attività si contraddistingue per il suo dinamismo e riguarda, in questo caso, un obiettivo in movimento.

Differenze tra pattugliamento, piantonamento fisso e trasporto valori

Abbiamo visto che il pattugliamento è diverso tanto dal piantonamento fisso quanto dal trasporto valori, e che nei primi due casi si tratta di obiettivi immobili, nel terzo di obiettivi in movimento. L’attività è dinamica solo quando richiede azione, e il piantonamento fisso corrisponde a quella meno faticosa, mentre il trasporto valori è quella più rischiosa e dinamica.

Pur trattandosi, in tutti e tre i casi, di sorveglianza rispetto a beni del committente, sono delle tipologie di servizi molto diversi tra loro. Aziende, enti e privati cittadini possono richiederle in qualsiasi momento, e sono consigliabili per chi lavora o abita in aree poco sicure, dove il rischio di danneggiamento o furto è più elevato.

Altre tipologie di servizi

Esistono poi altre tipologie di servizi, come il portierato, la vigilanza ispettiva e la videosorveglianza (che abbiamo descritto in quest’altro articolo). Si tratta di servizi nati con lo scopo di proteggere, in presenza o da remoto, non solo beni fisici ma anche persone che possono subire attacchi dall’esterno.

Per saperne di più e tutelare i tuoi beni, puoi parlare con uno dei nostri professionisti direttamente da qui.

Centrale operativa di un Istituto di vigilanza privata, a cosa serve?

In che modo funziona e a cosa serve una Centrale Operativa di un istituto di Vigilanza Privata? Quale compito ha l’operatore di centrale ? Come si può garantire sicurezza alle Guardie Giurate (Gpg), ai clienti e ai cittadini? In questo articolo proveremo a rispondere a tutte le domande più comuni, grazie all’esperienza sul campo dell’Istituto di Vigilanza “La Torre”.

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La centrale, la mente pensante della sicurezza

La centrale operativa di un Istituto di vigilanza costituisce la “mente pensante” dei servizi di sorveglianza, che rende il servizio affidabile e sicuro su tutto il territorio monitorato. Grazie a questi centri di raccolta dati, gli interventi sono più rapidi, tanto da diventare spesso dissuasori o atti alla prevenzione.

La Centrale Operativa è il luogo dove vengono convogliate tutte le richieste di intervento esterne.

Da qui, infatti, parte la strategia di sicurezza ed è qui che si coordinano le attività. Non è, insomma, un semplice centralino di smistamento chiamate: è molto di più.

Le funzioni di una centrale operativa

La centrale operativa, in particolare, svolge operazioni di:

  • Gestione pronto intervento per urgenze
  • Gestione e controllo falsi allarmi
  • Pianificazione routine e addestramento
  • Prevenzione scenari di emergenza
  • Assistenza diretta per il personale e per il cliente
  • Assistenza tecnica per il personale e per il cliente

Vediamo ora chi opera al suo interno, e quale ruolo è affidato alle varie figure professionali.

Centrale operativa vigilanza privata

Centrale Operatori di sicurezza

Quando parliamo dell’Operatore della Centrale, parliamo di una persona che ha il compito, ad esempio, di ricevere le chiamate che arrivano. Inoltre, dovrà eseguire una veloce valutazione del rischio, scegliere la tipologia d’intervento opportuno e avvisare le GpG di zona che si recheranno immediatamente sul posto.

In particolare, questa figura professionale deve avere la capacità di:

  • Effettuare la ricezione delle richieste d’intervento
  • Coordinare le attività operative esterne
  • Supportare il personale esterno

Cerchiamo ora di capire come operano le GpG (Guardie Particolari Giurate).

Centrale Operativa e Guardie Giurate

Alla Centrale Operativa giungono tutte le segnalazioni degli operatori e degli impianti antintrusione. Per garantire la massima sicurezza delle GpG in caso di intervento vengono coordinate le misure di rinforzo degli uomini sul luogo del crimine e viene creato un ponte di comunicazione con le Forze dell’Ordine.

Come funziona, quindi, questo processo risolutivo? Mentre la Guardia Giurata interviene, la Centrale Operativa si attiva per garantire un’azione efficiente, allertando anche le Forze dell’Ordine se necessario.

Generalmente, se scatta un allarme collegato a un impianto antifurto, di videosorveglianza o antirapina, l’operatore di centrale telefona al cliente per verificare che non si tratti di un falso allarme. Se alla prima telefonata non c’è risposta o il cliente conferma che c’è la possibilità di un’intrusione, si conferma agli operatori già inviati di procedere all’azione.

La Centrale Operativa Vigilanza per la prevenzione

Oltre alla vigilanza e all’azione come mezzo di prevenzione, la C.O. svolge anche la funzione di verifica in tempo reale del funzionamento degli impianti installati.

In particolare, in caso di anomalie, la centrale verifica il problema e segnala agli operatori il problema, intervenendo in caso di guasto.

In questo modo, aziende e abitazioni sono protette senza buchi di copertura, in ogni singolo attimo della giornata. Vediamo ora come avviene il monitoraggio sulle GpG e la verifica degli impianti in dotazione al cliente.

Monitoraggio delle Guardie Giurate

Spesso, gli operatori armati svolgono il proprio compito in scenari complessi. Tuttavia, basta una batteria scarica, il segnale radio assente o la mancata risposta a un tentato contatto per mettere in allerta una Centrale Operativa. Infatti, durante l’intero turno di vigilanza, è buona prassi che le C.O. monitorino l’attività delle Gpg. Così possono garantire anche la loro incolumità sia in caso di criticità, sia durante la realizzazione dei report da stilare a ogni turno.

In definitiva, tra guardie giurate, operatori, servizio scorta, software gestionali e videosorveglianza intelligente, l’intero personale dev’essere costantemente monitorato. Per assicurare inoltre un intervento immediato in caso di imprevisti.

Verifica in tempo reale degli impianti in dotazione al cliente

La centrale, come abbiamo detto, non si limita a sorvegliare gli agenti esterni, ma verifica anche il funzionamento del sistema. In caso di anomalie dovute a manomissioni o guasti, gli operatori lo rilevano e contattano il cliente.

Inoltre, viene attivata la procedura di ripristino con dei tecnici specializzati, in modo da garantire in tempi brevi il massimo della sicurezza a chi si affida all’Istituto di Vigilanza a cui fa capo la centrale. Ecco, quindi, che le operazioni vengono avviate sia in loco che da remoto.

In conclusione

Affidarsi a una Centrale Operativa efficiente può essere determinante per le situazioni di pericolo della tua azienda o abitazione privata. L’Istituto di Vigilanza a cui fa capo dovrà essere pertanto affidabile e con credenziali verificate, garantendo la massima affidabilità prima ancora d’iniziare con il proprio operato.

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Cosa fare dopo un furto e come reagire per evitarne altri?

Secondo le statistiche Istat, in Italia i ladri agiscono ogni 3 minuti, provocando circa 500 furti con scasso ogni giorno. Questa cifra, anche se in calo, è allarmante e mostra che è necessario rendere le abitazioni più sicure. In alcune città come Milano e Rimini, ad esempio, i furti sono ancora più frequenti. Vediamo quindi come proteggersi efficacemente dopo un furto subito.

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Furti in casa

I furti in casa si presentano oggi tra i crimini più temuti, non solo a livello economico. Stando a una ricerca di Allianz Insurance, occorrono circa 8 mesi per sentirsi nuovamente al sicuro dopo un furto, ma 1 persona su 10 non riesce ad affrontare adeguatamente lo shock emotivo.

Alcuni fattori, tuttavia, possono far allontanare i ladri. Si tratta del tempo e del rumore, anche se oggi i sistemi di videosorveglianza, spesso controllabili da remoto, li dissuadono per la possibilità di essere riconosciuti.

Eppure, la sicurezza e la prudenza non sono mai troppe per allontanare il rischio di furto. Vediamo dunque come reagire dopo un’effrazione e rendere più sicura un’abitazione.

Cosa fare dopo un furto

Rilevare un’effrazione

I ladri non agiscono mai a caso. Dopo aver individuato l’abitazione vulnerabile, studiano l’ora della giornata più adatta per entrare. Inoltre, spesso lasciano dei simboli vicino all’abitazione e verificano se è installato un sistema di allarme, se c’è un cane, quanta visibilità c’è dalla strada ecc.

Spesso scelgono di non rubare nelle case dotate di sistemi di allarme, perché ce ne sono già molte altre sprovviste.

Quindi, come capire chi è entrato in casa? Teoricamente dovrebbe essere possibile accorgersi del furto semplicemente esaminando l’ingresso. Questo perché la porta può risultare forzata e aperta. Tuttavia, i ladri moderni aggirano questo problema con determinate tecniche come il key bumping e il lockpicking. In questo modo, riescono ad aprire la porta con delle graffette o piccoli martelli senza lasciare segni o fare troppo rumore. Per cui, l’unico modo per capire se è stato effettuato un furto è esaminare l’interno.

Denunciare un furto: le tempistiche

La legge italiana divide il reato di furto in tre sottocategorie:

  • furto semplice,
  • furti in abitazione,
  • furto aggravato.

Per la prima categoria, l’avente diritto è solo chi ha subito il danno, mentre per il furto in casa chiunque può sporgere denuncia. Per cui, se assistiamo a un’effrazione è nostro diritto, oltre che dovere, informare le forze dell’ordine.

Il proprietario della casa scassinata, invece, ha tempo 3 mesi per sporgere denuncia. Questa scadenza è valida da quando si scopre il furto; e la denuncia non è facoltativa ma obbligatoria. Inoltre, subito dopo averlo subito occorre contattare l’assicurazione e verificare a quale rimborso si ha diritto.

Cambiare casa dopo il furto è necessario?

Anche se subire un furto in casa è devastante, e lo shock iniziale si trasforma in rabbia o paura, la vulnerabilità dovuta allo stress post-traumatico non deve farci necessariamente cambiare luogo.

Cambiare casa, infatti, è molto faticoso oltre che oneroso in termini economici. Per questo, esistono strategie più semplici per mettere in sicurezza la casa o difenderla meglio di quanto abbiamo già fatto.

Stress da furto: soluzioni

Il trauma derivante da un furto in casa dev’essere affrontato tempestivamente. Bisogna abbandonare il prima possibile l’atteggiamento della vittima, ed evitare di rimanere passivi, per non rallentare la denuncia alle forze dell’ordine e all’assicurazione.

Evitare d’isolarsi è importante, e occorre tornare alla normale routine senza, però, dimenticare di concedersi un po’ di tempo ogni volta che ne sentiamo il bisogno.

Essenziale sarà condividere le nostre paure con parenti, amici o con un esperto, se si presenta la necessità. La cosa fondamentale è pensare al futuro e a come tutelarsi per evitare altri spiacevoli inconvenienti.

Proteggersi dai criminali

Per superare il trauma da furto serve proattività. Occorre reagire per prevenire nuovi furti, partendo da alcune precauzioni. Come difendersi dai furti in casa? Vediamolo di seguito.

  1. Non comunicare le partenze per le vacanze sui social network, evitando il caricamento di foto in tempo reale se i profili social sono visibili a tutti.

  2. Non far apparire la casa vuota: occorre simulare la propria presenza, ad esempio mediante un timer per accendere le luci.

  3. Installare una porta blindata con certificazione garantita, meglio se dotata di serratura con duplicazione controllata. Si tratta di serrature che possono essere duplicate solo in alcuni ferramenta mediante presentazione di un tesserino.

  4. Adottare un sistema di allarme professionale senza fili. Gli impianti wireless sono ormai sempre più sofisticati e difficili da violare. Se accompagnati da telecamere e videosorveglianza, basta un’app per controllare la casa da smartphone.

Aumentare la sicurezza dopo un furto

Il focus, quindi, è mettere in sicurezza la nostra abitazione. Illuminiamo le zone in ombra del giardino, eliminiamo qualsiasi possibile nascondiglio e dove possibile utilizziamo porte blindate e infissi antieffrazione. Non divulghiamo notizie sui social relative ai nostri spostamenti e incarichiamo i vicini di svuotare la cassetta della posta.

Da dove partire? Innanzitutto, per rendere la casa più sicura occorrono sistemi di sicurezza dotati di allarmi e videosorveglianza.

I sistemi di allarme moderni offrono grandi vantaggi grazie alla tecnologia antifurto wireless, che permette di sorvegliare la casa e gli esterni da remoto. In questo modo, avvisano tempestivamente in caso d’intrusione nell’abitazione. Inoltre, esistono impianti antifurto collegati con sistemi di vigilanza privata tutto l’anno, 24h su 24. E grazie all’anti-jammer è possibile monitorare l’abitazione evitando falsi allarmi.

Insomma, le tecnologie per rendere la nostra casa più sicura non mancano, e, di fronte alla prospettiva di poter dormire finalmente sonni tranquilli, la richiesta d’informazioni a un esperto non deve spaventarci.

Vuoi saperne di più? Contattaci.

Antifurto casa quale scegliere? Vediamo 4 consigli utili

Oggi i furti nelle abitazioni sono sempre più frequenti e, spesso, la decisione d’installare un antifurto casa non viene presa in tempo. Per questo è importante chiedersi: “Antifurto casa quale scegliere?“. Indispensabile è valutare una serie di aspetti importanti. Innanzitutto, è necessario chiarire le proprie esigenze e vagliare bene ciò che offre il mercato. Tuttavia, questa operazione non basta.

Vediamo assieme i 4 consigli basilari per scegliere l’antifurto casa ideale.

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  1. Antifurto casa Quale scegliere e cosa considerare
  2. La fascia di prezzo
  3. Antifurto casa, le tipologie
  4. Collegamento alla Centrale Operativa

1. Antifurto casa Quale scegliere e cosa considerare

Per scegliere l’antifurto casa più adatto, fondamentale è considerare gli elementi base che determineranno il tipo di antifurto da acquistare. Ad esempio, occorre valutare le dimensioni dell’abitazione, il numero di stanze e l’ammontare di ore in cui restano vuote. Da non trascurare, poi, un eventuale animale domestico. Dopo aver fissato questi punti di partenza, la ricerca può cominciare.

2. La fascia di prezzo

Confrontare il prezzo è un’operazione importante, e con le molteplici offerte provenienti dal web è necessario prestare attenzione. È bene non fidarsi degli apparecchi troppo economici, perché la qualità ha sempre il suo costo. Specialmente in questo settore. E per tenere i propri beni al sicuro, la qualità è necessaria.

Antifurto casa quale scegliere

3. Antifurto casa, le tipologie

Inoltre, occorre valutare la tipologia dell’impianto di allarme, mettendo in sicurezza sia l’interno che l’esterno della casa. È importante conoscere e valutare bene le varie tipologie, presenti nella lista che segue.

  • Antifurto Wireless

Il wireless si adatta ad abitazioni molto diverse tra loro. Questo tipo di antifurto opera, come dice il nome, senza filo, e i vari elementi comunicano via radio. Trattandosi della tipologia più economica, venduta anche sotto forma di kit, ha riscontrato un grande successo.

In questo caso, per tutelarsi è consigliabile scegliere i modelli antijamming e a doppia frequenza. Così il segnale non verrà disperso e la doppia frequenza lo farà funzionare anche in caso di black-out.

  • Antifurto casa filare

I sistemi a filo garantiscono una resa costante nel tempo con la corrente elettrica della casa. Tuttavia, non permettono una facile modifica dell’impianto. Ciononostante, le parti di un sistema filare hanno costi più bassi rispetto ai sistemi wireless.

  • Antifurto casa con sistema misto

Questo sistema prevede l’utilizzo di una centralina a filo all’interno della casa, mentre i sensori wireless andranno all’esterno. Come per i sistemi a filo, la maggiore criticità riguarda la parte interna della casa.

Questa opzione può sembrare un buon compromesso. Eppure, l’impostazione del sistema da parte dell’utente e l’eventuale modifica dell’impianto non sono facili.

  • Antifurto con supporto GSM

L’antifurto casa con supporto GSM, in caso di furto, invia una telefonata o un messaggio ai numeri di telefono impostati sulla centralina. Questo supporto è disponibile sia per i sistemi wireless, sia per gli impianti a filo. La differenza consiste nel fatto che:

  • con i sistemi wireless occorre dotarsi di una SIM;
  • con i sistemi a filo funziona sia la SIM che la linea telefonica fissa.

4. Collegamento alla Centrale Operativa

L’ideale sarebbe scegliere un antifurto collegato con una Centrale Operativa. Infatti, mantenendosi attivo 24h su 24 tutti i giorni dell’anno, in caso d’intrusione verifica cosa sta succedendo e invia un segnale alle Guardie Giurate.

Ora hai tutte le informazioni che ti servono per decidere. E se ti stai ancora chiedendo “Antifurto casa quale scegliere?“, ci pensiamo noi. Contatta il nostro team per parlare immediatamente con un esperto qualificato.

Controllo accessi e furti, Teoria delle attività routinarie

In che modo il controllo accessi è d’aiuto nella prevenzione dei furti? E in che modo la Teoria delle attività routinarie può aiutarci a proteggerci?

Quando si parla di controllo accessi e prevenzione furti esistono vari fattori da considerare. Infatti, non basta solo scegliere una tecnologia adeguata per proteggersi dai criminali, poiché quando hanno in mente un obiettivo non si lasciano scoraggiare facilmente. Occorre selezionare meticolosamente anche il metodo di controllo che permette poi di prevenire furti in casa o in azienda.

Per comprendere come difendersi al meglio, ci viene in aiuto la teoria sulle attività routinarie di Marcus Felson e Lawrence Cohen, che si concentra sugli elementi alla base del crimine rispetto a quelli legati all’agente. Parliamo di una delle principali teorie della criminologia per la prevenzione alla criminalità.

Infatti, tra il 1960 e il 1980 le donne sono diventate meno casalinghe, e questo ha portato a lasciare più a lungo le case incustodite, aumentando il rischio di attività criminali.

Secondo questa teoria, un furto può verificarsi quando sono presenti tre fattori:

  • Presenza di un bersaglio (target)

  • Assenza di un controllore in grado di prevenire l’evento

  • Presenza di un potenziale aggressore con forte motivazione

controllo accessi

Furti e variabili

Le prime due variabili sono piuttosto semplici da controllare, qualora il dirigente o il proprietario dell’abitazione prestino la giusta attenzione. In merito al terzo punto, invece, è assai difficile prevenire.

Sarebbe quindi legittimo chiedersi come sia possibile prevenire i furti calcolando le variabili citate, e come il controllo accessi possa supportare la prevenzione dei furti.

Innanzitutto, anche se può sembrare banale, fare attenzione e vigilare senza abbassare la guardia è il primo step per prevenire eventuali sottrazioni. Inoltre, munirsi di un controllo accessi adeguato è un ottimo inizio per monitorare la sicurezza del perimetro da sorvegliare.

Controllo accessi: quali tutele?

L’assenza di tutele efficaci può essere rapportata alla facilità con cui si può colpire una vittima (ad esempio, scarsa presenza della polizia). L’eventuale controllore non può essere una persona qualunque, né corrispondere al target da proteggere.

Oggi esistono anche molti oggetti e progetti ambientali utilizzati come tutori e strumenti di sicurezza per scoraggiare i trasgressori. Si tratta di un ramo della prevenzione del crimine che prevede progettazione ambientale in cui misure come l’aggiunta di luci, serrature, recinzioni, spazi visibili e telecamere possono prevenire il crimine contro un “target adatto” al criminale.

L’analisi triangolare del problema

La teoria delle attività routinarie è completata dalla cosiddetta “analisi triangolare del problema”, utilizzata anche come strategia d’intervento per i parametri riguardanti la vittima, il luogo e l’assenza di un controllore.

In genere, il tasso di criminalità è proporzionale ai potenziali ladri motivati, come giovani e disoccupati. La motivazione può essere ridotta solo se i trasgressori dispongono di mezzi legittimi per raggiungere i loro obiettivi (es. soldi, cibo, oggetti preziosi). La motivazione aumenta quando invece il furto è l’unica soluzione possibile per raggiungere gli obiettivi.

Un altro deterrente sono le credenze o la socialità del trasgressore. Se una persona è stata portata a socializzare nel modo giusto, anche quando si presenta un’opportunità, potrebbe esimersi dal furto. In questo risiede la forza dei legami sociali che fanno da “isolante” per il contrasto alle attività criminali.

Prospettive sulla teoria delle attività routinarie

Purtroppo, la probabilità per i giovani di commettere reati aumenta quando il controllo da parte dei familiari è carente. E l’attività di routine prevede anche altri fattori come la teoria dell’apprendimento sociale. Le possibilità di commettere furti aumentano sia quando i genitori sono lontani da casa, sia quando ci si sposta in una zona dotata di scarsa supervisione.

Quindi, anche senza tenere conto del contesto, episodi criminali potrebbero continuare a verificarsi. In tal caso, l’unico mezzo di difesa del target è un efficace sistema di controllo (controllore o strumenti preposti) o la consulenza con professionisti del settore nel caso in cui la minaccia riguardi beni aziendali.

Vuoi tutelarti mediante un controllo accessi efficace e professionale? Richiedi subito una consulenza.

Vigilanza privata, quante tipologie ci sono?

Forse non sai che la vigilanza privata nasce per tutelare beni e clienti pubblici e privati, unitamente all’azione delle forze dell’ordine. Ad esempio, viene utilizzata per vietare l’accesso alle persone non autorizzate all’interno di zone riservate, eventi privati o edifici.

Un’altra operazione molto diffusa è quella d’ingaggiare vigilanti privati per sorvegliare strade, quartieri, e zone pericolose. Le risorse impiegate appartengono a diverse categorie di professionisti. Per questo, tra le diverse tipologie di vigilanza occorre distinguerne tre: la vigilanza fissa, quella ispettiva e i sistemi di videosorveglianza.

Vediamo nello specifico in cosa consistono e come funzionano.

Vigilanza privata fissa

La prima tipologia di vigilanza consiste nel piantonamento fisso (a ogni ora del giorno), diurno e notturno. Stazionaria nei luoghi dove il potenziale pericolo è costante, è indispensabile ad esempio nei locali aperti al pubblico in cui possono avvenire rapine, oppure negli enti pubblici, nelle aziende e istituti di credito o nelle abitazioni private.

Vigilanza ispettiva

Il secondo tipo di vigilanza, chiamata anche pattugliamento o ronda, consiste nell’ispezione di un luogo specifico, generalmente di notte. Può essere attuata, ad esempio, nei negozi, uffici pubblici e privati e nelle attività commerciali. Questa operazione si effettua quotidianamente, più volte al giorno (il numero di volte è stabilito da contratto), in orari casuali non prevedibili.

Queste ispezioni servono a controllare gli ingressi, le porte e le finestre. Se avvengono movimenti sospetti, le guardie particolari giurate informano la centrale operativa, che può richiedere l’intervento della polizia. Queste guardie sono frequentemente accompagnate da unità cinofile. Inoltre, si muovono in auto e possono intervenire in caso di allarme. Ogni pattuglia è geolocalizzabile attraverso un servizio satellitare. Poi, al termine dell’ispezione, il personale lascia traccia mediante un bigliettino con il logo dell’azienda di riferimento.

Videosorveglianza

Se un servizio di vigilanza in presenza non è necessario, ma si desidera monitorare un luogo per un lungo arco temporale, si può utilizzare un sistema per la videosorveglianza. A tal fine, installando delle semplici telecamere nel perimetro controllato, è possibile collegarle alla sede centrale dell’istituto di vigilanza privata.

Lo scopo è individuare eventuali intrusi o pericoli e avvertire subito gli esperti della vigilanza in caso di bisogno, in modo da intervenire tempestivamente in collaborazione con le autorità. In questo caso, tuttavia, occorre accertarsi di non infrangere le norme sulla privacy per quanto riguarda le persone o i luoghi nelle immediate adiacenze.

Un altro sistema è costituito dal teleallarme: si tratta di un dispositivo che, in caso d’intrusione, invia un segnale d’allarme alla centrale operativa per avvisare gli esperti dell’istituto di vigilanza.

Perché la sorveglianza è fondamentale

Ognuno di questi sistemi di vigilanza privata ha uno scopo e una metodologia precisa da seguire, per accertarsi che nei luoghi monitorati non avvengano azioni criminose. Che tu sia un privato, un imprenditore o un professionista, scegliere un servizio di sorveglianza eccellente è fondamentale per ridurre danni talora anche molto costosi o pericoli verso le persone.

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Furti di veicoli pesanti, in Italia tornano a crescere

Nel 2022 tornano a crescere i furti di veicoli in Italia: superata la soglia delle 104.000 unità sottratte in un anno. 5 le regioni più a rischio

Nel 2022, insieme ai furti di auto e moto, è tornato a crescere in Italia il numero di mezzi pesanti di cui si perdono le tracce. In particolare, regioni come Campania, Lazio, Puglia, Sicilia e Lombardia costituiscono aree ad alto rischio. Si stima che 1 furto su 4 avvenga in Campania, mentre il Lazio è la regione in cui i ladri sono più esperti nell’operazione di far sparire i mezzi rubati.

Queste tendenze emergono dal “Dossier sui Furti di veicoli” elaborato da LoJack Italia, che ha raccolto e analizzato i dati forniti dal Ministero dell’Interno sul 2021 integrandoli con quelli provenienti da report nazionali e internazionali relativi all’argomento.

Dopo la diminuzione del fenomeno nel 2020, lo scorso anno i furti sono tornati a crescere, con un +2% sul totale: dai 102.708 reati nel 2020 ai 104.372 del 2021. Un lieve aumento, che evidenzia però come i criminali abbiano deciso di riprendere in modo consistente questo “business” redditizio.

Oltre all’inversione di tendenza del 2021, preoccupano anche le difficoltà riscontrate nel recupero dei veicoli rubati. La percentuale di ritrovamenti, infatti, nel 2021 è scesa al 37%: circa 2 veicoli rubati su 3 spariscono del tutto.

L’analisi annuale riporta anche un nuovo dato, che riguarda la tipologia di reati commessi per queste sottrazioni. Nel 97% dei casi, infatti, avviene un’effrazione del veicolo, mentre è parcheggiato a una certa distanza dal proprietario. Nel 3% dei casi si tratta di appropriazione indebita, a scapito di società che hanno concesso i mezzi in uso, senza saperlo, a dei criminali. Nell’1% dei casi, invece, il veicolo viene sottratto durante una rapina o con altri reati.

In 5 Regioni si concentra l’81% dei furti totali

In quasi tutte le regioni d’Italia dove il fenomeno era già presente sono stati registrati dati in aumento. La crescita è significativa in Campania (+7%), con quasi 27.500 reati in un anno. Qui, ogni giorno, vengono rubati 75 veicoli.

Segue il Lazio, con 18.215 veicoli rubati nel 2021 e il tasso di recupero più basso a livello nazionale. In questa regione, solo il 30% dei mezzi sottratti viene restituito al legittimo proprietario. Infine, chiudono la rassegna la Puglia (14.498 furti annui), la Sicilia (13.180) e la Lombardia (11.636).

Gran parte dei furti, inoltre, avvengono mentre il veicolo è parcheggiato. Dopo le prime 24 ore, senza un pronto intervento, le possibilità di rintracciarlo si riducono drasticamente.

Furti di autoveicoli, un business in ripresa

I furti di autoveicoli tra cui vetture, furgoni e SUV, sono tornati a crescere, passando dalle 75.000 alle 75.471 unità. Si conferma, quindi, anche nel 2021 la tendenza alla polarizzazione di furti in alcune aree del Paese, in particolare quelle circostanti le principali metropoli, dove le organizzazioni criminali possono meglio pianificare e mettere in opera questo reato. E l’81% delle attività criminose avviene nelle cinque regioni di cui abbiamo parlato.

I furgoni più rubati

La nuova crescita dei furti non ha modificato la classifica delle vetture più ricercate dai ladri, che mantengono inalterate le prime quattro posizioni rispetto al 2020.

I furti di autofurgoni si attestano a quota 5.600. La concentrazione è maggiore in Lombardia, Campania, Lazio e Puglia. In questa categoria le possibilità di recuperare i mezzi rubati sono superiori rispetto alla media di autovetture e moto.

In ogni caso, la top 5 dei più rubati vede il primato del Iveco Daily (931 unità rubate), seguito a stretto giro dal Fiat Ducato (916) e poi da Fiat Doblò (552), Ford Transit (255) e Mercedes Sprinter (228).

Furti di mezzi pesanti, ritrovamenti sotto il 20%

Persistono i furti di automezzi pesanti, tra cui truck, rimorchi, autobus, veicoli speciali, roulotte. Nel 2021 ne sono stati rubati 6 al giorno, per un totale di 2.194 complessivi. Il calo del 9% rispetto al 2020 viene compensato da un crollo dei recuperi, che scendono al -29%. La percentuale di ritrovamenti resta al 30%, e questo vuol dire che meno di 1 veicolo su 3 torna al proprietario.

Inoltre, tra le varie categorie di veicoli pesanti, gli automezzi risultano quelli che, se rubati, hanno minori probabilità di ritrovamento. La scarsa rintracciabilità prova che questi veicoli sono oggetto di furti da organizzazioni criminali strutturate. Episodi come questi rischiano di provocare ricadute tremende, soprattutto per le PMI, che subiscono un danno ingente e sono sfavorite nella competitività.

Questi furti seguono sostanzialmente tre dinamiche: furto su commissione, truffe e appropriazioni di veicoli in leasing. Spesso, poi, l’obiettivo principale è la sottrazione del carico trasportato. Per questo, è necessario che l’attivazione di procedure per il recupero del mezzo avvengano con estrema rapidità, prima di perdere ogni traccia.

La Campania, nel 2021, è terza con 216 casi, lasciando il primato alla Puglia (451 furti, recuperi al 40%) e alla Lombardia (257 totali).

5 consigli utili per non subire furti di veicoli pensanti

In vista della ripresa dei furti di veicoli (anche pesanti) in Italia e nel mondo, esistono alcuni accorgimenti da mettere in pratica per non subire un danno economico sostanzioso:

  1. Zero distrazioni. Non lasciare mai il veicolo acceso con le chiavi inserite, neppure per pochi momenti, perché possono incidere sulla buona riuscita del furto.
  2. Non badare al caldo. Anche se lasci il veicolo, assicurati che i finestrini siano ermeticamente chiusi. Ogni spiraglio, anche se appare sottile, può essere utile ai ladri.
  3. Occhio al parcheggio. Non lasciare i tuoi veicoli in parcheggi isolati o incustoditi, e valuta attentamente il luogo in cui li posizioni. Non parcheggiare sempre negli stessi luoghi, tranne se si tratta di un parcheggio vigilato di tua proprietà. Inoltre, se non li utilizzi quotidianamente, verifica che siano parcheggiati proprio dove li hai lasciati. Denunciare in tempo i furti, infatti, incrementa le possibilità di riaverli indietro.
  4. Attenzione se lasci il veicolo nei parcheggi pubblici. Quando parcheggi in un luogo ampio, se chiudi la vettura con una smart key, controlla sempre manualmente l’avvenuta chiusura. I ladri, infatti, a volte disturbano il segnale con i jammer e s’introducono nei veicoli, approfittando delle soste.
  5. Difendi il veicolo con un sistema antifurto o un sistema di recupero. Un antifurto meccanico rappresenta un rallentamento nelle attività del ladro e può indurlo a preferire la sottrazione di un’auto senza protezione, ma un sistema di recupero hi-tech e non schermabile rende molto probabile il rapido recupero del veicolo.

In conclusione

In qualunque caso, per difendere efficacemente i tuoi veicoli aziendali dai furti, è bene richiedere sempre la consulenza di un esperto, meglio ancora se si tratta di un professionista in costante comunicazione con te e con un sistema antifurto.

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La vigilanza “privata”: un po’ di storia in breve

Per le origini della vigilanza “privata” dobbiamo risalire al III secolo a.C. in cui esisteva l’ “ufficio degli “edili” che, tra le altre, provvedeva alla vigilanza e custodia dei beni privati dei “cives” potremo dire antesignano dell’odierno istituto di vigilanza.

Ma chi erano gli edili?

Con la caduta della monarchia dei re Etruschi per il popolo romano inizia il periodo della repubblica. I patrizi guidavano la politica romana attraverso 3 strumenti: i comizi centuriati, il senato, due magistrati con poteri supremi “consoli”. Con la crescita della città che si estese anche alle provincie conquistate nacque la necessità di nominare ulteriori magistrati tra questi:

  • il pretore che elargiva giustizia,
  • il questore che si occupava di affari finanziari,
  • l’edile che, tra le altre, si occupava di VIGILANZA DEI BENI dei “cives”

Agli edili Plebis nominati annualmente dai plebei riuniti in comitia tributa, nel 367 a.C. vennero aggiunti altri due edili curuli nominati dai patrizi . Uno degli edili più importati fu proprio Giulio Cesare.

Preliminarmente occorre evidenziare che per la sicurezza dei privati cittadini e le proprietà dei cives romani e della collettività non vi era previsione di tutela di organi militari né da parte del senato, la cui funzione prevalente in realtà, era quella dell’ indirizzo politico di Roma.

In sostanza l’ufficio degli edili “aediles” istituito nel III sec. A.C. era preposto alla vigilanza sulla vita economica e religiosa della collettività e dei loro beni. Altri compiti di polizia e vigilanza erano svolti da altri magistrati “TRESVIRI CAPITALES” o “NOCTURNI” 290-287 a C. Questi funzionari avevano compiti di polizia soprattutto notturna contro i criminali comuni (donde il nome)

Nel I secolo d.C. ogni quartiere era sorvegliato da 4 Tresviri che si occupavano di furti e piccoli reati. A questi funzionari spettavano compiti di polizia soprattutto notturna.

Nell’età del principato 20-40 d:C. circa nasce l’istituzione dei VICOMAGISTRI magistrati inferiori in maggioranza liberti (schiavi liberati) quando il rione iniziò a identificarsi come quartiere in numero di 265 vici in cui fu divisa l’URBS. La nuova organizzazione del territorio aveva tra gli scopi fondamentali quello di gestire la sicurezza. Vennero quindi istituite delle milizie addette alla protezione e alla difesa delle coorti urbane ed i vigilantes.

Solo in età imperiale vennero istituiti dei veri e propri corpi armati con funzioni di polizia le “cohortes urbanae” e le “cohortes vigilum”.

Una curiosità: al contrario di ciò che avviene oggi, secondo i romani la legge era la decisione del popolo nelle assemblee “in lex est quam populus comitiis sciverit”.

Avv. Giovanni Giuliano

 

 

NOTE E BIBLIOGRAFIA

Tresviri nocturni

01. Cn. FLAVIUS.

triumvir nocturnus, prima del 305 a. C. (Liv. 9.46.3=Lic. Mac. frg. 18 Peter). triumvir coloniae deducendae (prima del 305 a. C.) tribunus plebis (305 a. C.) aedilis curulis senator

Bibliografia: capitolo IV prosopografia p.205 PUBBLICAZIONI DEL DIPARTIMENTO DI DIRITTO ROMANO E STORIA DELLA SCIENZA ROMANISTICA DELL’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOLI «FEDERICO II» – Cosimo Cascione

Editoriale scientifica Napoli 1999 Opera accolta nella collana su proposta dei professori Luigi Labruna e Tullio Spagnuolo Vigorita e pubblicata col contributo del Consiglio Nazionale delle Ricerche

Invero si è in possesso di fonti che menzionano dei tresviri per un’epoca anteriore al 290 (nocturni, per la precisione 18).

18 I tresviri nocturni sono ricordati in Liv. 9.46.3; Val. Max. 8.1 damn. 5,6; D.1.15.1 (Paul. l. sg. de off. praef. vig.). L’identità tra nocturni e capitales è generalmente postulata, si v., per tutti, TH. MOMMSEN, Römisches Staatsrecht II 3 cit. 594 e nt. 3; N. E. POLITIS, Les triumvirs capitaux (Thèse pour le doctorat, Paris 1894) 71 ss. (cfr. anche infra in nt. 39). Per una specificazione cronologica, che vede nei capitales i successori (di alcune) delle funzioni dei nocturni si v. infra 24.

Ibidem pag.9

I Tresviri erano incaricati, oltre che della sorveglianza delle esecuzioni capitali (Sall. Catil.55.1-5; Val.Max.5.4.7; 8.4.2; Tac. Ann. 5.9.2.; Pompon.l.s. ench., D.1.2.2.30) della prevenzione degli incendi )Liv.39.14.10; Val.Max. 8.1, damn.5; Paul. L.s. de off. Praef. Vigil., D.1.15.1) e del servizio di polizia, soprattutto notturno (donde la denominazione)

In nota 104 pag.176 studi di diritto penale romano Bernardo Santalucia 1994

Tresviri capitàles

Corpo di magistrati minori, rientranti nel cosiddetto vigintiviratus [vedi vigintìviri].

I (—) (detti anche nocturni ed eletti in numero di tre “ tres viri nocturni “), esercitavano funzioni di polizia, collaborando con i magistrati che presiedevano alla giurisdizione in materia penale.

I (—) erano addetti, inoltre, a vigilare sulle prigioni e sulle esecuzioni capitali, oltre che a vigilare di notte sulle strade di Roma. La loro elezione, in origine di competenza del prætor, fu attribuita da una lex Papiria del 242 a.C. ai comitia curiata

Tresviri capitales o nocturni avevano il compito di perseguire i colpevoli di ogni tipo di violenza, gli incendiari, i ladri colti in flagrante, coloro che sono in possesso di armi atte a uccidere, quanti fabbricavano o anche soltanto detenevano sostanze venefiche, sovrintendono alle condanne capitali e alle prigioni.

Le guardie “tresviri nocturni “ alla dipendenza degli edili, pur costituendo una milizia, non erano assoggettati ad alcun controllo e/o appartenenza militare, impegnati alla custodia dei beni, avevano il potere di arrestare i rei e, nelle loro abitazioni, potevano essere custoditi beni e valori dei privati cittadini previo compenso per la loro attività

• STORIA DI UNA MAGISTRATURA MINORE di Cosimo Cascione editoriale scientifica Collana: Dip. dir. romano-Univ. Napoli Federico I

• Data di Pubblicazione: 1999

• Pagine: VIII-328

Nella Roma antica, affollata come oggi, camminare di notte al buio non era affatto sicuro per tal fatta, all’organizzazione pubblica si affiancava quella privata dei patrizi che mantenevano e addestravano schiavi per la sorveglianza dei loro beni e lo spegnimento degli incendi delle loro proprietà.

Nel medioevo, con la caduta dell’impero romano, le città (comuni) divennero tanti piccoli stati con proprie milizie cittadine con compiti di sicurezza interna e di protezione dei beni specialmente di notte peraltro, nelle varie epoche storico-politiche che si sono susseguite il concetto di Pubblica sicurezza, è stato diversamente inteso si dovrà risalire all’unità d’Italia per rinvenire i primi concetti di sicurezza privata e le prime figure di guardie particolari con l’unificazione amministrativa del regno d’Italia di cui alla legge del 20 marzo 1865 n.2248 legge sulla sicurezza pubblica allegato B art. 7 :

” i privati possono deputare guardie particolari per la custodia delle loro terre . Queste guardie dovranno essere approvate dal prefetto, ed avere i requisiti che saranno determinati da regolamenti approvati con decreti reali” Esse presteranno giuramento innanzi al giudice di mandamento del luogo dove son chiamate a compiere il loro servizio, ed i loro verbali faranno fede fino a prova contraria”.

Con l’evoluzione industriale e demografico-sociale si sente la necessità di tutela dei beni dei cittadini anche in senso privatistico

Una prima regolamentazione fu quella di cui alla legge 21 dicembre 1890 n. 7321 che all’art. 45 stabiliva:

«I comuni, i corpi morali e i privati cittadini possono destinare guardie particolari alla custodia delle loro proprietà, le guardie particolari devono possedere i requisiti determinati dal regolamento, essere approvate dal prefetto e prestare giuramento innanzi al pretore. I loro verbali nei limiti del servizio cui sono destinate, faranno fede in giudizio sino a prova contraria.»

Con il R.D. 31 agosto 1907 n.690 testo unico della legge sugli ufficiali ed agenti di Pubblica sicurezza per la prima volta si attribuì ai privati la possibilità di destinare guardie giurate alla custodia delle loro proprietà:

Art. 44. (Art. 37 legge 21 agosto 1901, n. 409).

I comuni, i corpi morali e i privati possono destinare guardie particolari alla custodia delle loro proprietà.

Le guardie particolari devono possedere i requisiti determinati dal regolamento, essere approvate dal prefetto e prestare giuramento innanzi al pretore.

I loro verbali nei limiti del servizio cui sono destinate, faranno fede in giudizio, sino a prova contraria.

Finalmente con il R.D. n.562 del 1914 si riconobbe la facoltà di svolgere la vigilanza privata per conto altrui.